Precendentemente in scena
La Corte Ospitale, Accademia Perduta, Fondazione Campania dei Festival
Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti
Gabriele Di Luca
Beatrice Schiros
Davvero una bella sala, proporzionata ed elegante. Interno: pianta ovoidale a campana con loggia ad archi e balconata, ampio atrio centrale, corridoi, cupola, decorazione a stucchi dorati e a fregi fitomorfi (specie dell’arcoscenico e del boccascena, nel quale un ordine gigante di lesene inquadra due ordini di brancacce), nastri e mascheroni dipinti. Palcoscenico: ampio e profondo. Uno degli esempi più significativi e interessanti dell’architettura teatrale in Toscana anche per la mancanza di ordini di palchi (tipologia tipica dei teatri francesi e britannici).
Tanto splendore, perché nell’Ottocento Scansano svolse per alcuni decenni la funzione di capoluogo estivo della Maremma, in quanto destinato da Leopoldo II “alla statura degli impiegati superiori di Grosseto”. Con tutto ciò i lavori di costruzione andarono per le lunghe: dal 1850 al 1890. A guidarli fu una società privata (poi Accademia della sala Castagnoli, dal nome del benemerito notaio che con generoso lascito dette nuovo impulso ai lavori) la cui gestione con alterne e promiscue fortune (immancabile utilizzo cinematografico nel dopoguerra) si protrasse fino al 1982 quando fu acquistato dal Comune e iniziarono i lavori di restauro. Che ultimati lo hanno riportato all’antico splendore, adeguandolo alle moderne esigenze e alle vigenti norme sulla sicurezza (duecento posti). E una volta tanto all’antica ed esclusiva funzione teatrale.