Marco Polo nella sua cella a Genova non rinuncia al desiderio di esplorare il mondo, non può muoversi, e allora lo fa con le parole, dettando i propri ricordi al compagno di prigionia, Rustichello.
Molto diversa è la loro visione del viaggio in oriente, per il mercante veneziano è un'occasione per accrescere i propri commerci, importare merci preziose, arricchirsi; per il poeta pisano è un'avventura fantastica, non sempre aderente alla realtà dei fatti, mitizzata e favoleggiante, come in un poema cavalleresco.
Con gli occhi ora dell'uno, ora dell'altro - e spesso con lo sguardo di entrambi - trasformeremo il borgo di Apricale in un oriente magico, dove un milione di scatole cinesi si apriranno per svelarci un universo infinitamente ricco e moderno, una civiltà avanzata e spregiudicata, invenzioni, tradizioni, paesaggi che senza Polo e Rustichello non sarebbero mai giunte fino a noi e che, molto più di quanto non immaginiamo, hanno contribuito a far diventare il nostro occidente quello che è oggi.