Lo spettacolo prende spunto da un fatto realmente accaduto in un paesino in provincia di Reggio Calabria. Il figlio minore di un’umile, amata e rispettata famiglia del posto, Enzo, decide di “diventare capo” di una banda e di mettersi contro uno dei capi mafia del paese. Nonostante l’avvertimento alla famiglia, il ragazzo non abbandona la sua idea di scalata al potere e così viene così ucciso. La madre, Lina, accecata dal dolore ma anche facendosi vincere dalla superbia (la Superbia è l’imitazione perversa di Dio), dopo un’ossessionante pressione, riuscirà a costringere il marito a vendicare l’offesa subita(o a farsi volontariamente ammazzare per tenere alto l’onore della famiglia?). La conseguenza inevitabile sarà, appunto, la morte stessa dell’uomo. Ma anche una lunga e meditata vendetta da parte della donna, che trascinerà nel vortice della sua ossessione anche la figlia Lisa e porterà il figlio maggiore, Vito, protagonista di questo monologo, a prendere una drammatica decisione.