Il sonno è abitato dai fantasmi che tornano, un uscire dal lager per rientrarci continuamente in un incubo ricorrente, quando di notte il presente del sonno e il passato si condensano nel sogno in una dimensione fatta di miseria, morte, pioggia, neve, freddo, paura…
Il deportato appare come un fantasma, figura onirica, il giovane che era nel lager. Un soldato liberatore del lager appare nel sogno con le sembianze di un angelo accompagnatore per rientrare in quell'inferno: con la musica, il canto, la presenza, rende più sopportabile l’entrata in un mondo duro che contempla in continuazione la vita come la morte. Il deportato cade lì, in quel varco della coscienza, un buco nero che ha accompagnato l’esperienza di molti sopravvissuti ai lager, segnati in seguito da quella che fu definita «sindrome da campo di concentramento».