Una storia dell’immediato Dopoguerra che ha visto protagoniste le donne della neonata Udi nell’organizzazione di convogli che hanno trasferito “in Alta Italia circa 70 mila bambini provenienti da tutta la penisola in condizione di miseria assoluta. Non più treni di morte, ma “treni della felicità “che ricostruivano la vita. Il racconto dei lunghi viaggi come percorsi di formazione per i bambini, segnati dal trauma dell’abbandono si intreccia a quello delle famiglie ospitanti che, pur non ricche, li accoglievano come figli e delle madri,costrette ad abbandonarli per sfamarli.