Racconta il 39enne drammaturgo di Torregaveta "Mentre nella precedente trilogia il flusso dell’elemento materico ruotava attorno al cardine orizzontale della maternità: dall’umidità di un’infanzia violata, rinchiusa nell’utero materno di una pioggia incessante di memorie da raccogliere nella tinozza dei ricordi da ricostruire, di ’Nzularchia; per passare all’amore impossibile violentato, inzozzato, insufflato e travolto dai fiotti ondosi del mare de la ’A Sciaveca; fino ad arrivare ad un testo che affrontasse concretamente e non per richiami di allegoria la maternità stessa, ovvero La Madre, ’i figlie so’ piezze ’i sfaccimma; in questa invece affonderò le mie peregrinanti autoanalisi, nei versi del mio inconscio e il suo affiorare in getto e spruzzo furibondo alla pagina prima, alla scena poi, senza intralcio di naturale consequenzialità e senza dunque poter prescindere dalla mia stessa carne e messa in compromissione, negli atti al presente della mia stessa vita, sulla paternità e le sue e le mie paure, non così tanto nascoste».
Un altro sorprendente viaggio di Mimmo Borrelli, unanimemente riconosciuto come uno dei maggiori autori teatrali contemporanei italiani. Una magia di suoni e visioni capaci di scuotere e di raggiungere il lato intimo dell’esistenza, attraverso una lingua che con potenza si impone all’ascolto e al senso.
LA CUPA
Fabbula di un omo che divinne un albero.
Versi, canti, drammaturgia e regia di Mimmo Borrelli
con
Maurizio Azzurro, Dario Barbato, Mimmo Borrelli,Gaetano Colella, Veronica D’Elia, Renato De Simone,Gennaro Di Colandrea, Paolo Fabozzo, Marianna Fontana, Enzo Gaito, Geremia Longobardo, Stefano Miglio, Autilia Ranieri.
Scene: Luigi Ferrigno
Costumi: Enzo Pirozzi
Musiche, ambientazioni sonore composte e eseguite dal vivo da Antonio Della Ragione
Luci: Cesare Accetta
Durata
Parte 1: 80 minuti
Parte 2: 80 minuti