ATTO I
L’opera, dopo la brillante ouverture in pieno stile barocco, apre il sipario proprio dinanzi alla tomba di Euridice, ove viene intonato un canto funebre dal coro di ninfe e pastori, che si unisce ad Orfeo, partecipando con empatia al suo tormento.
ATTO II
Nel secondo atto, ambientato nell’oscuro e cavernoso panorama dell’Ade, il coro viene adoperato per rappresentare gli spettri, che inizialmente rifiutano di ammettere Orfeo nell’Ade, poiché essere vivente nel mondo dei morti.
ATTO III
A questo punto Calzabigi decide di far intervenire un’altra figura che egli chiama Amore, il quale, spinto da compassione, ferma Orfeo dall’intenzione di uccidersi per ricongiungersi alla sua sposa riconoscendone la costanza e l’autenticità del suo sentimento, e riporta nuovamente in vita Euridice.