Lagarce ebbe l'idea di Giusto la fine del mondo prima di sapere d'essere sieropositivo. Poi la sua storia personale si incrociò con quella della finzione drammaturgica. Luca Ronconi mette in risalto la bellezza di un testo scritto quasi fosse un pezzo musicale, in un linguaggio pieno di esitazioni, di sorprese, di sottintesi. Lo spettacolo racconta con estrema delicatezza e discrezione la storia di Louis, che va a trovare la sua famiglia dopo una lunga assenza interrotta di tanto in tanto da brevi messaggi scritti su cartoline illustrate. Torna perché sa di morire di lì a poco. Cerca di parlare con la madre, con il fratello, con la sorella, con la cognata che non aveva mai conosciuto. Vuole congedarsi da loro. Ma il suo tentativo fallisce e Louis se ne va per sempre senza essere riuscito a dire nulla.