Berlino 1947, ore sei e trenta. Nella Germania appena uscita dalla guerra, tutte le mattine alla stessa ora, due uomini si incontrano: un professore ebreo che vuole partire per fondare lo Stato di Israele e il proprietario di una tabaccheria, dall'aspetto tipicamente tedesco. Sono sopravvissuti alla tragedia che ha appena sconvolto e quasi annientato un popolo intero.
Si attaccano, si rinfacciano colpe reciproche e recriminano sui torti subiti, fino a scoprire dolorosamente quanto gli obblighi della Storia possano condizionare il modo di agire dei singoli individui, quando, completamente soli, devono affrontare il proprio destino. Si gioca una partita in cui è impossibile giudicare vincitori e vinti, perché vittime e carnefici camminano su un piano sempre in bilico.
La questione ebraica dopo la Shoah è protagonista di uno testo scomodo ma indispensabile come quello uscito nel 2010 e portato con coraggio in scena dal regista Alberto Oliva e interpretato in maniera carnale e commovente da Gaetano Callegaro (Herr Gruber, il negoziante) e Paolo Cosenza (Doktor Reiter, il cliente).