«Immaginatevi Quentin Tarantino in coppia con Harold Pinter giovane che scrivono una commedia-thriller ambientata nel sottobosco di Soho nel 1958, e avrete un’idea di che cosa è questo testo di Jez Butterworth» scrisse il critico del "Sunday Times" in occasione del debutto sul palcoscenico londinese del Royal Court del venticinquenne autore di Mojo. La scena è un night club di Dean Street e c’è un guaio in giro: il cantante Silver Johnny, tipico prodotto per teenagers, è scomparso e il suo manager Ezra, proprietario del night, riappare fatto a pezzi e diviso in due bidoni della spazzatura. La violenza esplode, con gli scagnozzi di Ezra che si uniscono per un attacco in forza a Sam Ross, un boss della malavita che ama mescolare affari e spargimenti di sangue. Rappresentato per la prima volta nel 1995 e subito vincitore dei più prestigiosi riconoscimenti inglesi per la drammaturgia, Mojo è stato portato sul grande schermo dal suo stesso autore nel 1997. Nato a Londra nel 1969, Butterworth si è allontanato dal teatro dopo Mojo per occuparsi soprattutto di cinema, sia come regista che come sceneggiatore (sta per uscire il suo Headhunters prodotto da Nicole Kidman), ma è ritornato sul palcoscenico del Royal Court con due sue nuove commedie, sia nel 2002 (The Night Heron), sia nel 2006 (The Winterling).