Il 29 settembre 1975 Angelo Izzo, a soli vent’anni, aiutato dagli amici Andrea Ghira e Gianni Guido, realizza uno dei delitti che maggiormente hanno segnato la storia dell'Italia repubblicana: il massacro del Circeo.
Il crimine per la sua brutalità, unita alla serenità d’esecuzione dei tre carnefici, ha scandalizzato l’opinione pubblica ed è stato uno dei motori per la crescita dei movimenti femministi italiani.
A distanza di trent’anni, il 28 aprile 2005, Izzo, in semilibertà dopo un perfetto percorso di redenzione e buona condotta, commette il massacro per la seconda volta. La dinamica di questo nuovo crimine è incredibilmente simile a quella del primo: due complici maschili, con cui Izzo ha precedentemente creato un legame fondato sul ricatto emotivo, due vittime femminili, con cui l’assassino ha avuto rapporti sessuali. Ma cosa spinge un uomo a ripetere un delitto?