Emma Dante, una delle più interessanti e controverse registe italiane, sceglie di mettere in scena una "storia matriarcale" di una famiglia di sette donne formata da Gina, Cetty, Maria, Katia, Lia, Pinuccia e Antonella, morta qualche anno prima. Dopo la cerimonia, le sorelle si fermano a ricordare, a evocare, a rinfacciare, a sognare, a piangere e a ridere della loro storia. È il funerale di una di loro. I morti stanno in fondo, pronti ad apparire e a scomparire, pronti a portarsi via la defunta mentre una strisciata di scotch sul pavimento segna il confine tra qua e là, tra ora e mai più, tra è e fu, una linea sopra cui combattere ancora, alla maniera dei pupi siciliani, con spade e scudi in mano.