Scritta negli anni Trenta, la pièce declina il tema universale del rapporto tra morale e società, ambientando il plot in una Cina di fantasia, flagellata però da conflitti etico-sociali straordinariamente affini a quelli causati dall’attuale crisi economica globale. La formula è quella dell’apologo: alla ricerca di “un’anima buona”, tre Dei scendono sulla terra per scoprire che l’unica persona disposta a ospitarli per la notte è una misera prostituta. Ricompensata con una grossa somma, Shen-Te lascia il mestiere più vecchio del mondo e acquista una tabaccheria, ma tutti sfruttano la bontà della donna, che cadrebbe in rovina se ogni tanto non fingesse di sparire, presentandosi sotto le mentite spoglie di un presunto cugino, Shui-Ta, esperto uomo d’affari e affatto generoso. Nel doppio ruolo della buona prostituta Shen-Te e del suo perfido cugino c’è Monica Guerritore, che firma anche la regia: un nuovo allestimento pensato per la contemporaneità teatrale che ci circonda.