Platonov, inteso come testo, scritto da un diciassettenne, forse diciottenne, è stato per me un incontro. Leggere Platonov non è stato leggere un dramma, ampliare un tassello di cultura letteraria, per me è stata un’esperienza, di quelle che modificano.
Negli anni ho continuato a pensare a quel personaggio, alle sue fragilità, al suo fascino, alla voragine del suo vuoto e a quelle figure che si aggirano attorno a lui, figure che, in qualche modo, sono entrate a far parte del mio immaginario.
Forse perderò degli amici nel confessarlo e guadagnerò l’attenzione di onesti professionisti in campo medico, ma il confronto con l’umanità di Platonov, che sentivo così comprensibile, è stato un confronto con una vera e propria materia organica, in grado di reagire al dialogo ideale che avevo intavolato.
Insomma, una lettura, uno studio, ha influenzato, in qualche modo, una vita, la mia.
Liv Ferracchiati