Quattro amici si riuniscono in una villa della periferia parigina. Sono un cuoco di origine italiana, un presentatore della TV, un pilota civile e un giudice: quattro tipici esponenti della civiltà dei consumi, che attraverso la progettata “abbuffata” cercano di riappropriarsi degli aspetti primordiali della vita. Nella villa arrivano grandiose provviste, pronte ad essere trasformate in succulente ed elaboratissime pietanze. Arrivano anche – invitate a questa che si annuncia come una sterminata orgia dei sensi – alcune prostitute che però dopo una nottata di bagordi fuggono disgustate. A restare come ospite fissa e testimone solo una maestra, che si abbandona con i quattro a indicibili sregolatezze ed assiste al compimento del loro progetto suicida.
Michele Sinisi si confronta con un altro maestro del cinema italiano. Fischiato al Festival di Cannes dalla critica per la sgradevolezza e la volgarità pornografica delle immagini, il film ebbe invece un incredibile successo di pubblico, inusuale se si considera la forza eversiva e antiborghese dei suoi contenuti. La storia dei quattro amici che si rinchiudono in una villa decisi a suicidarsi mangiando e bevendo fino alla morte diventa potente allegoria di una società incentrata sul consumo, abituata a divorare tutto.