Lo spettacolo, portato in scena per la prima volta nel 1918, è sorretto e arricchito da monologhi, duetti e terzetti musicati e cantati, presentati come parodie di famose arie di opera lirica. Il panorama musicale dell’Ottocento romantico viene ampiamente rivisitato attraverso la riscrittura comico grottesca e la rielaborazione dei testi, originale e particolare tessitura musical-drammaturgica che, pur partendo dai canoni del tradizionale stile scarpettiano, si distingue per l’impianto fortemente corale.
La commedia dialettale incontra la parodia dell’opera lirica attraversando diversi registri e canoni essenziali della tradizione teatrale napoletana del tempo, dal Rigoletto e Traviata di Verdi a Cavalleria Rusticana di Mascagni, da Guglielmo Tell di Rossini alla Bohème di Puccini. Inoltre deliziose citazioni dell’operetta e rielaborazioni parodiche di grandi successi di inizio Novecento, e ancora marce e balletti composti dallo stesso Vincenzo Scarpetta.