In scena tre differenti "capolavori".
Uno musicale: il quartetto in re minore "La morte e la fanciulla" di Franz Schubert
Uno fisico: l'essere umano nell'eccellenza delle sue dinamiche.
Uno spirituale-filosofico: il mistero della fine e il suo continuo sguardo su di noi.
Il pensiero torna a posarsi sull’umano e ciò che lo definisce: la vita e la morte, i miracoli della nostra esistenza.
L'arte coreutica è a sua volta un balenare di immagini che appaiono e scompaiono continuamente.
Un esempio di scrittura musicale che aspira all’infinito e accompagna l’ascoltatore oltre un’idea razionale, verso l’ignoto e il trascendente.
Presenza di nudo integrale in scena.