Giovanna D’Arco si racconta a noi attraverso la sua perfetta semplicità. La forza che trascende il suo sesso e che lei, prima fra tutte, integra a quella qualità virile che sussurra in tutte le donne, la fede nella ”trascendenza del cuore” incrollabile e giusta danno ali e potenza al suo richiamo. “Non si vede bene che con il cuore” dice il Piccolo Principe “l’essenziale è invisibile agli occhi”. Ed ecco che il suo cuore non aveva ragioni, ma forze. Forze e passioni che sole cambiano la realtà. Ed è qui la santità temporale, la cristianità carnale di Giovanna: farsi “mezzo di libertà” per il suo popolo. Monica Guerritore si accosta a questo mistero luminoso e tragico accostandosi, in questo “Laboratorio 1”, al cuore della vocazione di Giovanna, alla sua chiamata dell’Anima che si fa azione attraverso lo spirito. Dimenticando l’immagine tramandata Giovanna è viva attraverso gli Atti del Processo, visionaria e poetica nei versi di Maria Luisa Spaziani, diventa la visibile intel