«I Madrigali di rivolta – spiega Davide Enia – sono canti e cunti intrisi di rabbia e disperazione, in cui i vivi e i morti intessono un dialogo partendo da una constatazione: la violenza è il linguaggio comune e sotto il cielo ci si scanna consegnandosi all’odio. Sono canti di lutto come parti necessarie di un allenamento inesausto per non soccombere nella battaglia, parole e note che contrattaccano per intercettare uno scintillio di luce in fondo alla sconfitta, cunti che non si arrendono e vibrano di felicità nello schianto. Il Regno dei cieli è un granello di senape. L’incendio germoglia sempre da una scintilla».