I labirinti dei corpi di trasformano le parole in passi danza. Coreografie sinuose, malinconiche e vivaci interpretano le voci di Prospero (Hektor Budlla), Miranda (Martina Forioso), Calibano (Philippe Kratz), Ariel (Serena Vinzio), Ferdinando (Giulio Pighini) e degli altri personaggi della Tempesta di Shakespeare, grazie alla rilettura del drammaturgo Pasquale Plastino e del coreografo Giuseppe Spota.
Le musiche strumentali elettroniche di Giuliano Sangiorgi dei Negramaro accompagnano la lettura coreutica con progressive house e techno mescolati a vari strumenti, tra cui il flauto di Pan entro schemi e trame fisiche.
Coreografia malinconia con accenti fiabeschi
Prospero e Antonio sono bambini che giocano a rincorrersi e a fare il re – nelle immagini che appaiono sul monitor – prima di essere sommersi dalle onde dell’arrivismo e della giustizia. I ballerini in scena diventano scenario e personaggi con una fluidità inarrestabile. I costumi tribali e silvestri di Francesca Messori sono parte integrante della scenografia che tra le luci crepuscolari e notturne di Carlo Cerri con specchi e quadrati di legno ruotanti appare più una foresta, anziché una spiaggia di naufraghi.
Articolata in dodici quadri, la Tempesta di Aterballetto sottolinea l’aspetto emotivo dell’opera shakespeariana, come è nella natura performativa della danza. Gli accenti ritmici sui tempi musicali sono più cupi e misteriosi. I movimenti scivolano nella continua trasformazione, una tempesta emozionale da cui emergono Calibano e Ariel come registi dell’azione scenica, difatti protagonisti del racconto shakespeariano. La vendetta di Prospero nei confronti del fratello Antonio e l’amore tra Miranda e Ferdinando sono il drama scenico che innesca e prosegue il racconto letterario, ma sul piano artistico la dinamicità dell’azione è dettata dalla forza terrena di Calibano e dalla sensualità volatile di Ariel.
I passaggi tra gli atti sono rapidi, un continuum intricato che Giuseppe Spoto dichiara di aver tratto direttamente dalla lettura del testo: “Nello studiare il testo un’immagine mi ha condotto all’altra – come succede nella storia di Shakespeare, in un continuo effetto domino – dando la possibilità all’immaginazione di espandersi.”.
Rispetto al dramma originario, più arioso e faunesco, Aterballetto anima lo spettacolo Tempesta con gesti lunari e malinconici. Il blu radente delle luci scorre sui corpi fluttuanti come la nostalgia sui ricordi e le trame dei danzatori diventano demoni che si placano dopo una notte insonne. E il finale di questa fiaba antica concilia il sonno sereno.
Visto il 16/01/2019
al teatro Arena del Sole - Sala Leo de Berardinis di Bologna (BO)