Torna in scena al Globe di Villa Borghese confermandosi spettacolo assai gradito al pubblico, il “Sogno di una notte di mezza estate” commedia Shakesperiana di rara intensità poetica e di fortissime suggestioni.
La messinscena del regista, Riccardo Cavallo, brilla per semplicita’ e schiettezza (nessun manicheismo d’autore, nessuna interpretazione forzata) preoccupandosi di dar risalto all'essenza dell'opera e concentrandosi sui suoi elementi cardine : L’amore e il sogno.
E quale posto migliore dei sogni per dar vita alle più spericolate acrobazie d’amore? Quelle che coinvolgono in un tragicomico turbine i personaggi di Ermia, Elena, Lisandro e Demetrio.
Quale terreno più fertile per dar sfogo ai folli deliri della gelosia che scatenano crudelissima guerra tra Oberon e Titania, indiscussi sovrani del regno che non c'è, e che spingono il primo a gettare la sua donna tra le braccia di un mostro.
L’amore, il sogno, la follia, tutto si rincorre e si intreccia nello spettacolo con grande divertimento dello spettatore e momenti di incantevole poesia sospesi nell’aria
Particolarmente affascinante , a riguardo, è la scelta musicale del regista che, prendendosi una delle poche, ma significative, libertà rispetto alla fedele trasposizione dell’opera sceglie di accompagnare i fatti narrati con brani lirici bellissimi e così adatti da lasciar pensare che lo stesso Shakespeare li avrebbe utilizzati, fosse nato qualche secolo dopo…..(un’idea, va detto, utilizzata anche nel film di Hoffman con Michelle Pfeiffer e Kevin Klyne che, per giustificare la scelta, ambientava la vicenda nella Toscana del 1800)
Ma il regista fa di questa idea non una semplice colonna sonora di accompagnamento bensì una vera e propria cifra stilistica e disinteressandosi affatto della “coerenza storica” sottolinea il valore intrinseco dei brani e dà loro un significato totalmente fuso al testo Shakesperiano
Lo spettacolo apre (e chiude) con la struggente romanza “Mi par d’udir ancora” da “I pescatori di perle” di Bizet che, non a caso rievoca ricordi lontani e canta “Folli ebbrezze, del sogno! Sogno d'amor!...
Ed eccoci trascinati, di colpo, in pochi secondi, insieme agli attori tutti che lentamente, attraversando la platea, raggiungono il palcoscenico, in un altro mondo.
I momenti più romantici vengono accompagnati dalla deliziosa “Una furtiva lacrima” romanza dell’Elisir d’amore (appunto!) di Donizetti mentre il regno fatato dei boschi e delle fate, delle notti imbiancate dalla luna in cui tutto può succedere non può trovare migliore cornice del “Casta diva” che inargenti queste sacre antiche piante….l’aria più famosa del Bellini
Lo spettacolo gode di un ritmo sostenuto sia grazie alla solida e esperta regia (gli intrecci dei giovani amanti trovano contrappunto nelle esilaranti prove dei maldestri commedianti) sia grazie a un cast di buoni attori (con qualche punto debole come il poco virile Teseo o il poco brillante e volenteroso Puck il cui personaggio peraltro risulta un po’ troppo dimesso nello spirito vitale e sacrificato dai tagli)
Si disgiungono, invece, gli affiatatissimi e convincenti Marco Simeoli (Peter Quince) e Gerolamo Alchieri (Bottom), l’Oberon di Carlo Ragone tutto condensato in una voce cavernosa e la deliziosa Cristina Noci (FAIRY) veramente originale e fresca.
E sui bellissimi versi sempre Shakesperiani, ma tratti da quell’altro capolavoro che è “La tempesta” che ci ricordano che "siam fatti della stessa sostanza dei sogni" si chiude lo spettacolo che ci riporta troppo presto alla realtà con la voglia di tornare a teatro e farsi cullare nuovamente da questi meravigliosi folli sogni d’amore ...
Visto il 08/09/2010
al teatro Globe Theatre Silvano Toti di Roma (RM)
