"E' molto bello per noi ritornare a fare questo mestiere partendo da queste canzoni", così ha esordito il teatrale Peppe Servillo, una della guest star del Passione Live – The Next Generation, in buona compagnia di Jamese Senese e Raiz.
Prodotto da Arealive sotto la direzione artistica di Federico Vacalebre e Luca Nottola e quella musicale di Ernesto Nobili - curatore anche degli arrangiamenti - Passione ha visto le migliori espressioni artistiche giovanili di Napoli, ormai da tempo riconosciuta a livello internazionale terreno di coltura di creatività e non solo nel campo musicale, misurarsi con il classico napoletano riarrangiato in chiave contemporanea tra rock-blues, dub ed elettronica.
Identità partenopea
A giudicare dal sold out e dalla gioiosa partecipazione degli spettatori, nonostante l'afa niente affatto mitigata dalla rigogliosa natura del Real Bosco di Capodimonte, questo ritorno alla vita (non solo musicale) sembra che sia stato decisamente gradito proprio con le canzoni che rappresentano la spina dorsale dell'identità partenopea, con cui si sono incastrate alla perfezione molti altri brani contemporanei dei giovani artisti che si cono avvicendati sul palco.

Il compito di aprire le danze è affidato ad un must: "Carmela", interpretato da Irene Scarpati, Maldestro, Simona Boo e Dario Sansone, seguito da un'alternanza di brani storici e canzoni che trascinano nell'attualità della Napoli re-esistente come "Il canto dello scugnizzo" (Di Bella, Sansone), impreziosito dal violino moderatamente dell'ostinato della brava Caterina Bianco (anche al synth e agli effetti elettronici), per passare poi al coinvolgente pop-blues di "Guapparia" attraverso la voce del crooner Maldestro.
Alla pattuglia si aggiunge Roberto Colella, tra i migliori sul palco, che con l'ormai (per fortuna) internazionale Flo si cimenta in un "Era De Maggio" da brividi, per cedere poco dopo la scena al combo Flo e Peppe Servillo, visibilmente felice di un ritorno sul palco.
A rincarare la dose delle emozioni ci pensano il cantastorie Claudio Domestico Gnut e la bravissima Simona Boo che, tra vecchi e nuovi (Silenzio Cantatore-Nove e Maggio), regalano al pubblico quattro brani che per arrangiamento e interpretazione valevano l'intero spettacolo.

Il compito di stringere forte il nastro del groove, con un'istituzione come Fredy Malfi alla batteria, è affidato al vecchio saggio-ribelle Janese Senese e al suo sax a cui segue la passionale e inconfondibile timbrica di Raiz, storia vivente dei fulgidi anni '90, quelli delle studentesche pantere, che in "Indifferentemente" e "Nun te Scurdà" offre il meglio di sé. Dopo i fulgidi anni delle proteste universitarie, rientra in scena il new neapolitan power con Dario Sansone che con la sua "O sciore e ‘o vient", cantata a squarciagola anche dai non più giovanissimi, è entrato di diritto nelle classifiche degli evergreen.
Il finale non può che omaggiare Pino Daniele, con una corale "Napul'è", che mette in fila sul palco la next generation, accompagnata da musicisti di razza come Marco Caligiuri (batteria), Gigi Scialdone (basso), Fofò Bruno (chitarre elettriche), Caterina Bianco (tastiere), Ernesto Nobili (mandolino e chitarre), cui il pubblico tributa il giusto consenso con applausi sinceri e sorrisi che lasciano chiaramente intendere quanto la passione sia loro mancata in questi claustrofobici tempi pandemici.
Visto il 24/06/2021
al teatro Capodimonte - Giardino paesaggistico pastorale di Napoli (NA)
