Anna Netrebko, Yusif Eyvazov, Ekaterina Gubanova e Ambrogio Maestri: quattro artisti d’eccezione hanno illuminato con il loro talento l’Arena di Verona nella serata dedicata alle Stelle dell’Opera, accolta con grande entusiasmo da parte delle 3000 persone -poco meno di quanto le attuali norme sul distanziamento consentono come capienza massima- che hanno tributato all’evento un successo incondizionato.
Accompagnati dall’Orchestra dell’Arena di Verona, diretta da Marco Armiliato, i quattro artisti si sono esibiti in un programma che prevedeva una selezione di brani del repertorio italiano, da Donizetti al verismo, passando per Verdi.

Grandi interpretazioni di Ekaterina Gubanova e Ambrogio Maestri
Il concerto si è aperto con il Prologo dei Pagliacci di Leoncavallo, brano che funge da cesura tra il mondo della realtà e quello della finzione scenica e che in questo caso è servito da introduzione. Ambrogio Maestri l’ha eseguito con voce morbida e suadente, confermando l’eccellente momento di maturità vocale, che ha ribadito anche nel successivo intervento, ovvero Nemico della patria da Andrea Chénier nel quale è stato un Gerard protervo ma di grande musicalità.
Convincente anche il mezzosoprano Ekaterina Gubanova, al suo debutto veronese, impegnata in due arie verdiane: Stride la vampa dal Trovatore, nella quale ha fatto ampio sfoggio del suo registro grave, e O don fatale da Don Carlo in cui, pur ostentando eccellenti mezzi vocali, è forse mancata l’interprete carismatica.

Anna Netrebko e Yusif Eyvazov stelle di prima grandezza
Attesissima ed applauditissima dal pubblico Anna Netrebko ha dato prova di grande eclettismo nella scelta del repertorio. Nei primi due brani in programma, ovvero Tu che le vanità da Don Carlo e Io son l’umile ancella da Adriana Lecouvreur ha fatto sfoggio di un timbro sontuoso e ricco di armonici, nonostante la voce si sia parecchio scurita.
Ha quindi sorpreso la scelta di cimentarsi nel frizzante duetto Quanto amore! Ed io spietata dall’Elisir d’amore di Gaetano Donizetti, risolto in modo brioso e spumeggiante, grazie ad una non comune intelligenza interpretativa e alla perfetta intesa con Ambrogio Maestri, partner eccellente. Intesa che si è rinnovata anche nel travolgente duetto finale dell’Andrea Chénier, eseguito insieme a Yusif Eyvazov, compagno sulla scena e nella vita e vero trionfatore della serata.

Ad onta di un timbro metallico e poco accattivante, Eyvazov è cantante di grande raffinatezza e le sue interpretazioni si rivelano sempre ricche di accenti e sfumature. Per lui si è trattata di una serata tutta in crescendo, iniziata con due preziose esecuzioni verdiane, ovvero O tu che in seno agli angeli dalla Forza del destino e Ma se m’è forza perderti dal Ballo in maschera, per concludersi con Andrea Chénier di cui, oltre al sopracitato duetto, ha regalato una memorabile esecuzione di Un dì all’azzurro spazio, salutata da vere e proprie ovazioni.
Perfetto il bis finale in cui i quattro interpreti si sono esibiti nel Quartetto dal Rigoletto.
Sempre puntuale l’apporto dell’Orchestra dell’Arena di Verona che ha eseguito anche due intermezzi strumentali ovvero la sinfonia dai Vespri siciliani di Verdi e l’ouverture del Don Pasquale di Donizetti.
Visto il 01/08/2020
al teatro Arena di Verona (VR)
