Dopo il debutto in streaming dello scorso anno, arriva dal vivo sui palcoscenici italiani lo spettacolo che rappresenta il primo incontro di Valter Malosti con Carlo Goldoni: I due gemelli veneziani.
Ancora una volta, l’espediente letterario dei gemelli identici (di matrice plautina) viene utilizzato per innescare divertenti equivoci e raccontare duelli, amori e disamori, fughe e ritrovamenti.
Vita e morte tra farsa e profonda tragedia
Davvero azzeccata l’intuizione registica di affidare un prologo a Pulcinella, nell’ambigua quanto credibile interpretazione di Marco Manchisi, che, quasi come uno spettro, anticipa al pubblico le vicissitudini dei due gemelli: Zanetto e Tonino - uno sciocco e superficiale, l’altro scaltro e accattivante - entrambi interpretati con rassicurante disinvoltura e padronanza linguistica da Marco Foschi. L’allestimento si dimostra, dunque, una perfetta sintesi del dualismo vita/morte.

Il contributo sonoro di G.U.P. Alcaro amplifica la natura dei personaggi, incorniciati in un’atmosfera onirica e noir e immersi in una scatola nera, ideata da Nicolas Bovey, con pochi oggetti di scena. L’allestimento si dimostra, dunque, una perfetta sintesi del dualismo vita/morte.
La cupa umanità dei personaggi
I personaggi si incontrano/scontrano in un percorso che li affranca dalle maschere tipiche della Commedia dell’Arte, assimilandoli, per certi versi, all’uomo contemporaneo. Ne emergono figure decisamente più umane, mosse da emozioni e sentimenti da cui si fanno soggiogare fino a compiere azioni deprecabili, come accade, per esempio a Pancrazio e Florindo, le cui personalità insicure e viscide risultano accentuate dai rispettivi interpreti, Danilo Nigrelli e Vittorio Camarota.

Un nuovo linguaggio “sporco”
Frutto di un meticoloso lavoro di ricerca, l’adattamento, curato da Valter Malosti e Angela Demattè si spinge oltre le parole di Goldoni, cercando di combinarle con i gesti e la voce degli interpreti in un rapporto di reciproco scambio. Il risultato è un italiano, ma soprattutto un dialetto veneziano “sporco”, intriso di profonda umanità.
Inoltre, questo adattamento si dimostra più aperto rispetto al punto di vista dei personaggi femminili, in relazione all’energia vitale che sprigionano, per esempio, i caratteri di Colombina (Camilla Nigro) e Beatrice (Irene Petris).
Visto il 28/12/2021
al teatro Astra di Torino (TO)
