Inaugurazione fuori del consueto, al 74° Ciclo di Spettacoli Classici del Teatro Olimpico di Vicenza. Tradizionale tempio del teatro 'storico' – dai drammaturghi greci a Racine, Corneille, Alfieri – per volontà del suo direttore artistico Giancarlo Marinelli l'edizione 2021 dell'importante rassegna autunnale veneta si apre invece con quel delizioso e folgorante misto di musica, danza e teatro di strada rappresentato da L'histoire du soldat di Igor Stravinskij e Charles-Ferdinand Ramuz.

Un classico anch'esso ormai, benché del primo Novecento. Che fu concepito come spettacolo itinerante ma che poi, alla fine, non girò affatto - salvo apparire un'unica volta a Losanna il 28 settembre 1918 - a causa dell'epidemia da febbre spagnola. Sorte che ci riporta, in qualche modo, ai ferali tempi odierni.
Il mito dell'anima venduta al demonio, fiaba senza tempo
Ricavato dalla fusione di due delle Antiche fiabe russe raccolte da Afanas'ev, L'histoire du soldat gira intorno all'atavico mito faustiano dell'anima – qui rappresentata da un malandato violino - ceduta al diavolo in cambio di denaro, potere, o gioventù. Definita nel sottotitolo “storia da leggere, recitare e danzare”, è pensata per pochissimi attori/danzatori ed un minuscolo ensamble strumentale.
La parte musicale di per sé dura una mezz'ora, salvo qualche ipotetica ripetizione; il testo volendo si può rimpolpare, cosa che invero capita vedere di frequente; tutto per portare lo spettacolo a quei 80-90 minuti utili a riempire una serata. Senza che il materiale di base ne soffra, anzi: così ha fatto ad esempio Luca Michieletti nella intrigante versione proposta ad inizio d'anno all'Alighieri di Ravenna, dilatandone il testo e facendo ricorso a tre attori: il Narratore, il Soldato, il Diavolo.
Un narratore, un piccolo mimo, tre danzatori
Qui all'Olimpico, assumendosi l'onere di drammaturgo e regista, Giancarlo Marinelli sceglie invece di conferire l'intero impianto narrativo da lui ricreato ad un'unica, poliedrica figura narrante. E' quella della fascinosa Drusilla Foer, al secolo Gianluca Gori, che dà voce con bella espressività interpretativa e forte presenza scenica ai vari personaggi.
Nel contempo, Marinelli consegna a tre valenti danzatori il compito di esporre visivamente la vicenda: sono Antonio Balsamo (il Soldato), Giulia Barbone (la Principessa) e Andrè de La Roche (il Diavolo), che danno vita alle intense coreografie efficacemente elaborate da quest'ultimo. La sezione musicale – line up di soli sette strumentisti – è nelle mani di giovani membri dell'Orchestra del Teatro Olimpico, sotto la conduzione di Beatrice Venezi. Missione risolta con scioltezza e buona precisione.

Spettacolo bilanciato negli ingredienti
Nell'insieme questa nuova Histoire du soldat è una performance di lucida incisività, sciolta nella narrazione e seducente nelle tinte, in cui azione e musica si fondono egregiamente. E dove il sovrannaturale, l'allegoria, il fiabesco sono ricondotti con sottile bonomia in un quieta dimensione borghese: per questo, in scena è presente sin da prima dell'inizio un biondo bambino (bravissimo attore in erba!) con i suoi giochi; è ad esso che la narratrice si rivolge sovente, raccontandogli l'antica fiaba.
I costumi li dobbiamo a Daniele Gelsi; Drusilla però non rinuncia ai suoi lunghi, candidi, vaporosi abiti. Belle e significative le video proiezioni elaborate da Francesco Lopergolo, che danno maggior senso all'azione. Lo spettacolo è in coproduzione con il romano Teatro Ghione e Savà Produzioni Creative.
Visto il 24/09/2021
al teatro Olimpico di Vicenza (VI)
