Capirinha, pochi ingredienti ma ben amalgamati

Recensione:
Capirinha, pochi ingredienti ma ben amalgamati

Pochi ingredienti ben amalgamati, giusta gradazione alcolica e un retrogusto amaro. Va in scena al Nuovo Teatro SanitàCapirinha capirinha”, spettacolo ben riuscito della giovane regista napoletana Sarasole Notarbartolo.

Istantanee dal passato

Lo spettacolo si svolge, con ritmo incalzante e ben calibrato, sul sottile confine che separa il passato, il presente e il futuro. La memoria emozionale, che colora i ricordi soggettivi dei tre co-protagonisti, è il fil rouge che accompagna l’intero spettacolo in un susseguirsi di istantanee che attraversano il tempo e si fanno immagine. Siamo così spettatori della vita di periferia del carismatico barman Bob (Andrea De Goyuzueta), del buon Vincenzo (Giovanni Granatina) e del sensibile Walter (Fabio Rossi), amici e fratelli fin dalle scuole elementari, in un paesino pugliese degli anni 70/80. Diversi per temperamento e stile di vita, i tre amici sono legati dall’amore dichiarato, celato, consumato in segreto, per la stessa donna, Wilma.

Wilma, il simbolismo

Lei, lei non compare mai sulla scena ed è al contempo la protagonista principale, l’amore unico, grande, assente. Wilma resta nell’immaginario collettivo, la vediamo in ogni scena ma non c’è. Potrebbe anche non essere mai esistita, potrebbe semplicemente essere simbolo dell’illusione e della speranza di un vita felice e di un amore eterno cui i tre, in maniera diversa, agognano e che si scontra infine con una drammatica e cruda realtà.

Realismo e dissacrazione

Nel via vai frenetico e mai banale di ricordi e sensazioni, unico punto fermo è il bar del paese, luogo di ritrovo dei tre storici amici. Qui, tra confessioni e bugie, speranze e non detti, assistiamo alla preparazione di raffinati cocktails. Ognuno di essi è metafora di vita, in cui si mescolano sapientemente ingredienti accuratamente scelti: menzogne, verità, illusioni, desideri. Ogni cocktail è velo che nasconde la verità ma che, con la giusta gradazione alcolica, rende paradossalmente lucidi. Realismo e dissacrazione sono la dimensione altra dello spettacolo, ciò che si cela dietro l’ironia e il sarcasmo, lasciando spazio a domande scomode: “Quanto vale la verità? Quale verità, soprattutto?”.

Perfette le luci e le musiche che accompagnano le vite dei tre amici, interessanti ed emozionanti gli attori in scena. Divertente, ironico, coinvolgente. Capirinha Capirinha è un lavoro che stupisce e fa sorridere il pubblico in sala con il suo ritmo serrato e sostenuto. Fa sorridere, rende alticci e allegri eppure, appena si spengono le luci e cala il sipario, un velo di amarezza si deposita sui cuori. Vale assolutamente la pena assaggiarlo.

 

Visto il 22/10/2017

Loredana Borrelli

  Redattore

"Storica penna" di teatro.it e psicologa. Da sempre intenta a coniugare queste due grandi passioni. Fa parte per 5 anni della Compagnia Teatrale G...

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