
Uno spettacolo teatrale dedicato a Roberto Baggio. Non una follia dei tifosi tutti italiani, ma una pièce, 'Orfeo Baggio' , dedicata al pubblico francese e scritta in onore del 'Codino' del Brescia dallo scrittore italo francese Mario Morisi.
La prima dell'opera, già annunciata il 27 febbraio scorso presso l'Equipe Magazine, avverrà all'Opéra Théâtre di Besançon , il 3 giugno. Il 4 sarà la volta della 'Comèdie' di Saint Etienne "e poi Tolosa e molte altre città – esordisce lo scrittore, che nel 1986 pubblica il suo primo romanzo 'l'Emirat du tourbillon' – che non hanno ancora un calendario preciso". Per la regia di Alain Besset e il suo Chok théâtre e interpretato da Philippe Ambrosiani, attore dalle lontane origini lombarde, lo spettacolo si inserisce in un'intera giornata dedicata all'atleta italiano amatissimo quasi più oltralpe che tra i confini nazionali. In programma, infatti, anche un convegno e un torneo di calcio.
La rappresentazione è tratta dal romanzo: 'Baggio e il suo Doppio' . Il calciatore diventa testimone dell'Italia popolare che convive con il sogno di un successo realizzato. Dopo che l'autore ha per anni raccolto testimonianze, articoli di giornale e commenti diventano materia per trattare la sua vita come un'opera d'arte che continuerà il suo ciclo nel secondo libro in programma: 'Baggio e la sua ombra'.
Il teatro dell'assurdo, il non senso, narrano la storia del calciatore. Baggio viene arrestato da poliziotti che non lo riconoscono e gli sottraggono il pallone. È accusato d'aver ucciso una bibliotecaria. Lui si ribella e dice di non esistere nemmeno se non ha dietro la sua palla. E poi Gulliver, Aladino, il disordine del mondo e la pazzia. Contro la quale la razionalità tenta di difendersi.
L'eroe del calcio italiano diventa un'allegoria. Il caos che incombe sul mondo non permette all'estetica del calciatore di resistere e si alternano il G-8 di Genova, le Twin Towers, la questione Mediorientale, l'India e il Paskistan. Singolare che molte delle frasi della pièce siano state tratte dalle dichiarazioni vere del calciatore.
"Lavorare su Baggio - dichiara l'autore che è stato insegnante di inglese e francese in Algeria e in Gran Bretagna – è stato un modo per avvicinarmi ad una terra che ho potuto vivere poco. Mio padre era piacentino e abbiamo ancora in zona una casa, ma ho sempre studiato in Francia. Dell'Italia ho però avuto la passione, il carattere e il temperamento. Insieme con una speciale predilezione per il calcio. La condividevo con mio padre, che mi parlava dei miti del suo tempo. Quando l'anno scorso è morto – racconta – ho accelerato la composizione del libro e della pièce per sentirlo più vicino. Sembra strano – spiega Morisi – ma Roberto Baggio è come avvolto da un'aura di magia. Qui in Francia chi ama il calcio ama il 'Codino'. È una sorta di mito che nemmeno la vittoria dei Mondiali del 1998 della nazionale francese ha messo in ombra".