
Il primo spettacolo proposto al Teatro Comunale sabato 19 dicembre alle ore 21 è una nuova produzione dell’Archivolto stesso, fresca di debutto: Quello che non ho, con uno strepitoso Neri Marcorè che sul palco recita e canta, accompagnato dalle chitarre e dalle voci di Giua, Pietro Guarracino e Vieri Sturlini.
Scritto e diretto da Giorgio Gallione, lo spettacolo si ispira liberamente a due giganti del nostro recente passato, Fabrizio De Andrè e Pier Paolo Pasolini, portando in scena le canzoni del primo (in particolare quelle del concept album Le nuvole), con le “anime salve” a lui care, e il sentimento di indignazione civile del secondo. Il risultato finale è un anomalo, reinventato esempio di teatro canzone.
In equilibrio instabile tra ansia del presente e speranza del futuro, Quello che non ho è un affresco teatrale che si interroga sulla nostra epoca, raccontando, anche in forma satirica, storie emblematiche, che mettono a nudo le contraddizioni della nostra società globalizzata, dove – come affermava Pasolini nel documentario La rabbia – continua a esserci sviluppo senza progresso.
Il tessuto narrativo si basa su episodi di cronaca internazionale, riflessioni di carattere economico e sociale; storie di sfruttamento dell’uomo e dell’ambiente, di esclusione, di ribellione, di guerra, di illegalità, rilette col filtro grottesco, ghignante e aristofanesco, che De Andrè aveva utilizzato ne Le nuvole. Così, “viaggiando in direzione ostinata e contraria”, si favoleggia del Sesto continente, un’enorme Atlantide di rifiuti di plastica che galleggia al largo delle Hawaii; di evoluti roditori, nuovi padroni del mondo, che inaugurano il regno di Emmenthal (dopo Neanderthal); di surreali, realissime interrogazioni parlamentari; si racconta di guerre civili causate dal coltan, minerale indispensabile per far funzionare telefonini e playstation; di economia in decrescita felice che propone la pizza da un euro (una normale margherita, grande però come un euro).
A far da collante a questo variegato mosaico, le canzoni di Fabrizio De Andrè, da Khorakhané a Don Raffaè a Smisurata Preghiera - poesie in musica che passano dalle ribellioni e i sarcasmi giovanili alla visionarietà dolente dei non allineati contemporanei.
Nel corso della stagione, saranno proposti altri tre appuntamenti, sempre frutto della collaborazione tra il Comune di Ventimiglia e il Teatro dell’Archivolto: il 22 gennaio sarà la volta de Le dolenti note della Banda Osiris; si proseguirà il 19 febbraio con Mistero buffo di Dario Fo, nella brillante rivisitazione di Ugo Dighero e infine, il 18 marzo andrà in scena La ballata delle acciughe con David Riondino e Dario Vergassola.
Per informazioni: 01846183233.