
Venerdì 3 febbraio al Teatro Comunale Laura Betti di Casalecchio di Reno andrà in scena Riccardo III e le Regine, spettacolo scritto, diretto e interpretato da Oscar De Summa, uno dei protagonisti più interessanti della scena teatrale italiana contemporanea e ispirato al celebre dramma del Bardo inglese.
Lo spettacolo si inserisce nell’ambito della stagione 2016/2017 affidata al Circuito Multidisciplinare Regionale di ATER Associazione Teatrale Emilia-Romagna.
Riccardo III, il più crudele dei personaggi di Shakespeare, simbolo delle nefandezze del potere e della seduzione del male, rappresenta un importante banco di prova per ogni attore.
Oscar De Summa si confronta con questo celebre testo, continuando il suo interessante e originale percorso nelle opere del Bardo. Il lavoro dell'autore pugliese è una rivisitazione in chiave pop di uno dei classici shakespeariani, in cui il testo dell’autore inglese si intreccia con la sua scrittura e con la musica contemporanea.
Prodotto da La Corte Ospitale in collaborazione con Armunia Festival, Riccardo III e le Regine è una riflessione sulla figura del dominatore e sul potere nelle sue diverse forme e con le sue molteplici fascinazioni, dissimulazioni e manipolazioni, ma anche sul ruolo che in una brutale scalata al potere hanno le donne, avvalendosi degli strumenti shakespeariani che nulla hanno a che fare con la teoria ma molto con la pratica scenica fatta di leggerezza e profondità. In scena infatti troviamo al centro Riccardo, su un trono enorme, e intorno a lui, nel tentativo di relazionarsi senza rimanere avvelenate, le regine.
“Grottesco come Ubu, riflessivo come Amleto, astuto come Jago, rivoluzionario come Danton… Riccardo III non è niente in sé, e proprio per questo può diventare tutto, adattarsi alle forme, cambiare aspetto e modi, per essere esattamente ciò che serve, ciò che è necessario per conquistare il potere, per poterlo mantenere”, dice Oscar De Summa.
Riccardo III è un dominatore: il suo potere non risiede tanto nella forza fisica quanto nelle sue capacità oratorie, che affascinano i suoi interlocutori e ne influenzano le azioni. Nella scalata per raggiungere il trono, utilizza tutti gli strumenti consueti degli uomini ambiziosi: la potenza del segreto, l’arte della dissimulazione e il potere della negazione. Nonostante coloro che egli manipola siano consapevoli della sua brama di potere e del suo carattere, non riescono a fare a meno di farsi ammaliare dalle sue abilità persuasive, soprattutto le donne. Anche la deformità fisica di Riccardo contribuisce alla sua ascesa al potere: non viene avvertita come una debolezza, viene invece sfruttata come elemento che rafforza il carattere di eccezionalità, grandezza, alterità del personaggio. In questo senso il contraddistinguersi dagli altri diventa il punto di partenza per “elevarsi” rispetto agli altri e quindi aspirare al potere.
L’esito è scontato ma non meno inquietante se l’analisi si sposta sul piano del modello a cui fa riferimento la figura di Riccardo III e tutta la nostra società più in generale: il dominatore, e più precisamente il dominatore maschile.
L’educazione e la società intera hanno creato e continuano ad alimentare, soprattutto nel corpo, modelli di comportamento che implicano desideri e aspirazioni ben definiti e distinti in base al sesso e all’ordine sociale. Tale ordine sociale funziona come un’immensa macchina simbolica tendente a ratificare il dominio maschile sul quale esso si fonda, anche l’amore sottende a questo modello. L’amore infatti diventa amore simbolico sociale, e la forza simbolica è una forza di potere che si esercita sui corpi, direttamente, e come per magia in assenza di ogni costrizione fisica. E questa opera di magia è possibile solo se le disposizioni sono state depositate nel più profondo dei corpi attraverso il martellamento costante dell’educazione, la cultura, la famiglia, la forma delle relazioni. Una forza che diventa anche forza erotica: ecco perché il potere è spesso associato all’erotismo.
Dopo il successo di critica e pubblico di Amleto a pranzo e a cena e Un Otello altro, il drammaturgo, regista e attore pugliese continua la sua personale ricerca nella direzione di un’attualizzazione dei classici shakespeariani con Riccardo III e le Regine, spettacolo con cui torna al teatro con un lavoro corale, che a differenza dei precedenti prevede la presenza in scena al suo fianco di tre attrici, le regine: Isabella Carloni, Silvia Gallerano e Marina Occhionero.