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Tratto dal libro “Ricordare e dimenticare” (conversazione tra Adriana Asti e René De Ceccatty), lo spettacolo Memorie di Adriana di Andrée Ruth Shammah, che ne cura l’adattamento e la regia, è in scena al Teatro Franco Parenti di Milano.
Prodotto in collaborazione con il Festival dei Due Mondi di Spoleto, Memorie di Adriana mescola memorie, musica e teatro, per raccontare la storia di un’attrice, Adriana Asti appunto, diretta da grandissimi del teatro (tra cui Strehler, Visconti, Ronconi) e che ha ispirato grandi della letteratura (come la Ginzburg), e lei stessa autrice di libri e di spettacoli, insignita nel 2011 del titolo di Chevalier dans l’Ordre des Arts et de Lettres.
Uno spettacolo “sul punto di cominciare”
Non è da su un palco che inizia questo viaggio immaginato dalla Shammah, ma davanti alla porta chiusa del camerino di Adriana Asti.
È lì che va in scena un altro spettacolo, apparentemente non previsto. È lì che apparirà una figura, apparentemente inaspettata. È lì che, questa figura, inizierà a raccontare di quell’Adriana che non vuole entrare in scena, che fugge pur restando dov'è, che mostrandosi si nasconde che, dimenticando, ricorda di un’attrice che sul palco deve diventare un personaggio, per parlare di sé. E in questo inganno teatrale, fantasie, pensieri, racconti prendono vita.
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Un inganno teatrale che continua nel meccanismo stesso dello spettacolo, in cui nessuno gioca solo la sua parte, ma in cui vediamo un bizzarro direttore del teatro, un improbabile tecnico, un ammiratore che colleziona ricordi e una lei che si confronta con un’altra. Un gruppo di strani personaggi che accompagna il pubblico in un testo ricchissimo, condito da alcuni numeri che ricordano il varietà (con musica dal vivo di Alessandro Nidi), con una leggerezza che cela una sottile malinconia.
Non una semplice biografia, ma anche la storia di un amore…
“Quando poi a sprazzi parlava di sé, era una esperienza quasi esaltante, perché leggerezza e profondità si intrecciavano tra loro e tra mille altre contraddizioni che lei solitamente usa, saltando qua e là per scappare da se stessa, con ironia e una lucidità disarmante, cattiva e dolcissima nello stesso tempo, per rientrarci - in profondità, da spiragli strettissimi” così parla di Adriana Asti la regista, Andrée Ruth Shammah, nelle sue note di regia, raccontando del lavoro insieme sulla Maria Brasca di Testori.
È già da quel momento forse, che prende corpo lo spettacolo Memorie di Adriana, che non è solo un omaggio a un’artista, ma anche il racconto di “uno spazio vuoto che si riempia solo con l'amore per il Teatro… quell'amore che sa creare legami fortissimi tra le persone durante le prove e sa rimanere nel tempo quasi indissolubile come è successo tra Adriana e me”.
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