
Irriverente e sfrontato, saccente e emozionante, in costante disequilibrio sul filo di un’epoca che negò il suo genio e lo rese al contempo immortale.
Oscar Wilde il processo , vera e propria trasposizione teatrale degli atti processuali che portarono lo scrittore e drammaturgo britannico, alla condanna di due anni ai lavori forzati con le accuse di sodomia e atti indecenti, ha il principale merito di portare a nuova vita una delle pagine più significative della letteratura e offre un’illusoria occasione di riscatto a un uomo cui furono negate la dignità e la libertà di espressione.
Dopo tre anni dalla sua prima rappresentazione lo spettacolo, tratto dall’omonimo libro che raccoglie i verbali dei processi ritrovati nel 2000 presso la British Library e mai resi pubblici perché ritenuti scabrosi e compromettenti, approda in uno scenario unico e suggestivo, la Saletta della Regina di Castel Capuano.
Roberto Azzurro nei panni di Wilde e Pietro Pignatelli nelle vesti dell’avvocato Edward Carson regalano al pubblico una raffinata e coinvolgente interpretazione, un viaggio nel tempo la cui carica emozionale e riflessiva sono enfatizzate dalla suggestiva cornice di una vera e propria aula di tribunale.
In questo particolare contesto il pubblico reso parte integrante della caratteristica scenografia, incontra Wilde, il personaggio e l'uomo, vittima del suo tempo, provocante e provocatorio e l'avvocato Carson, perfetto portatore di una società rigida e discriminante.
Lo spettacolo offre a tutti noi l’occasione di “ripensare la storia” e di riflettere sull’ “essere” umano da cui troppo spesso derivano gli errori di cui egli stesso diventa vittima.