
Personaggio tra i più inafferrabili della storia del teatro, Don Giovanni non smette di affascinare il pubblico e i registi, anche grazie alla penna dell’altrettanto leggendario Molière. Non sorprende quindi di ritrovarlo sul palcoscenico del Piccolo Teatro Strehler di Milano, dove andrà in scena dal 29 gennaio nella versione immaginata da Valerio Binasco.
I mille volti di un personaggio
Don Giovanni è uno dei personaggi più frequentati dalla letteratura, quasi un archetipo che ha attraversato la storia del pensiero occidentale. È anche per questo, quindi, che il direttore artistico del Teatro di Torino, Valerio Binasco, sceglie di rileggerne il “mito”, portando in teatro la commedia di Molière. Ma come raccontare al pubblico contemporaneo la storia di questo seduttore incallito, criminale e miscredente, ma anche affascinante? Come rileggere il testo di Molière senza dimenticare che fa parte di un progetto di polemica contro i benpensanti e gli ipocriti, che segue il già tanto contestato Tartufo?
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La scelta di Binasco è quella di approcciare il testo con uno sguardo personale e contemporaneo, rifiutando le interpretazioni precedenti ma mantenendo la complessità tipica del personaggio: il suo Don Giovanni sarà «il risultato di un eccesso di desideri compulsivi e viziosi, che egli coltiva con il preciso scopo di stare bene con se stesso […]. Ma con una caratteristica in più… la propria scarsa consapevolezza di chi egli sia realmente nell'anima. Questo suo 'non percepirsi' nel profondo, questo rifiuto a priori di considerare degno di interesse la coscienza di sé, è una condizione psicologica molto contemporanea, teatralmente interessante, poco indagata».
Don Giovanni incontra il pubblico
Una rilettura che indaga l’uomo contemporaneo attraverso un personaggio senza tempo, e che rispecchia anche la necessità di entrare in contatto con il pubblico. Afferma infatti Binasco: «Oggi avvertiamo un’urgenza sacrosanta: ossia di recuperare il rapporto con il pubblico. Per questo, dobbiamo fare l’impossibile per renderci comprensibili, per emozionare ogni spettatore, per non farlo sentire “estraneo” rispetto all'opera».
E per essere ancora più vicini al pubblico, in programma, il 31 gennaio al Chiostro Nina Vinchi, un incontro con la compagnia per parlare dei temi dello spettacolo e della messa in scena.
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