
Va in scena questa sera, 20 febbraio, e domani, al Teatro Santa Chiara Mina Mezzadri di Brescia lo spettacolo Accabadora, tratto dall’omonimo libro di Michela Murgia. Inserito nel programma La palestra del teatro del CTB Centro Teatrale Bresciano, lo spettacolo è un monologo interpretato da Monica Piseddu con la regia di Veronica Cruciani.
Una storia di donne, di tradizioni, di vita
Accabadora, uno dei romanzi più noti di Michela Murgia, racconta la storia, ambientata in un paesino immaginario della Sardegna, di Maria, che all’età di sei anni viene affidata a una sarta che vive sola e che all’occasione fa l’accabadora.La parola, di tradizione sarda, prende la radice dallo spagnolo acabar che significa finire, uccidere: la sarta infatti aiuta le persone in fin di vita a morire. Maria cresce nell’ammirazione di questa nuova madre, più colta e più attenta della precedente, fino al giorno in cui scopre la sua vera natura. È allora che fugge nel continente. Ma pochi anni dopo dovrà tornare. È a questo punto della storia che comincia il testo teatrale: Maria è ormai una donna, o vorrebbe esserlo, ma il ritorno alle origini è sempre alla base dei dubbi.
La scelta del romanzo da portare in scena
Molti sono i motivi per cui Veronica Cruciani ha scelto romanzo di Michela Murgia. Anzitutto per il modello alternativo di famiglia, dove la madre non è quella biologica ma adottiva, e rappresenta quindi un modello diverso di società. Ma anche per il valore prima politico e poi psicanalitico, su cui insiste la messa in scena, attraverso pareti grigie e momenti di passaggio, metafora della crescita di Maria che da immatura diventa donna. Da non dimenticare il tema della comparsa del doppio che, secondo il significato di un’antica credenza popolare, è espressione della morte incombente.
Michela Murgia ha affermato riguardo la nascita del testo teatrale:"C'è un'originalità anche autoriale in questo testo. Chiamarlo riduzione non va bene: è un ampliamento. Una visione che io non ho assunto perché la mia attenzione era sulla vecchia, non sulla bambina. È un pezzo di Maria che mancava, sono felice che siano state altre donne a vederlo".