
È stato presentato ieri in Regione il neo direttore di Ert Fondazione, Claudio Longhi, insieme con le linee del suo mandato. Una nomina di prestigio per la crescita della produzione culturale della Regione, che apre una fase ricca di sfide e di progettualità. La procedura che ha portato alla scelta di Claudio Longhi come direttore di Emilia Romagna Teatro Fondazione per il quadriennio 2017- 2020, si è sviluppata in un percorso lungo e articolato che si è inaugurato il 24 marzo del 2016 quando, nel corso di una conferenza stampa che si svolse in Regione alla presenza di tutti i soci fondatori dell'Ente, si lanciò il bando pubblico europeo, volto alle selezione di curricula per la posizione di direttore.
A tale figura compete la direzione artistica e organizzativa della Fondazione, ossia la responsabilità generale della programmazione e della gestione di tutte le attività istituzionali della Fondazione. Al centro del mandato che scadrà nel 2020 c'è il dialogo con il territorio, il confronto con la scena nazionale e il rapporto fecondo con la scena internazionale europea. Un teatro pubblico "come bene da tutelare", dove si realizzano esperienze di teatro partecipato, in stretto dialogo con il territorio, e in rapporto con la scena nazionale ed europea, dove sono destinate molte risorse alla formazione critica del pubblico e dove è forte l'impegno per la ricerca. Queste sono le principali linee di azione per il futuro di Emilia Romagna Fondazione, proposte da Claudio Longhi, regista e titolare della cattedra di Storia della regia e di Istituzioni di regia presso il Dipartimento delle arti dell'università di Bologna, nominato direttore dell'Ente dal 1° gennaio 2017 al 31 dicembre 2020.
Classe 1966, il bolognese Longhi ha firmato per Emilia Romagna Teatro Fondazione le regie di "Io parlo ai perduti. Le vite immaginarie di Antonio Delfini" (2009), "La Resistibile Ascesa di Arturo Ui" protagonista Umberto Orsini (2010), "Il Ratto d'Europa, per una Archeologia dei saperi comunitari" (Modena, 2013 – Roma, 2014) ed ha curato il progetto "Carissimi Padri" che ha dato vita allo spettaco "Istruzioni per non morire in pace. Patrimoni, Rivoluzioni, Teatro" (2016), trittico su drammaturgia di Paolo Di Paolo. Coprodotto dal Teatro della Toscana, "Istruzioni per non morire in pace" che sarà riproposto al Teatro della Pergola di Firenze a partire dal 7 aprile di quest'anno.
Tra il 2010 e il 2012 ha fatto parte del gruppo di ricerca legato al Progetto Prospero, progetto teatrale internazionale sostenuto dalla Commissione Cultura dell'Unione Europea fondato sulla collaborazione tra Théâtre Nationale de Bretagne di Rennes (Francia), Théâtre de la Place di Liège (Belgio), Emilia Romagna Teatro Fondazione (Italia), Schaubühne am Lehniner Platz di Berlino (Germania), Fundação Centro Cultural de Belém di Lisbona (Portogallo), Tutkivan Teatterityön Keskus di Tampere (Finlandia).
Il lavoro e le capacità del neo direttore di Ert Fondazione sono riconosciuti a livello internazionale: Longhi sará in grado di affrontare le sfide lo attendono per la crescita della produzione culturale della Regione e di coinvolgere il territorio e i suoi operatori, oltre alla scena teatrale nazionale ed internazionale, in linea con le aspettative regionali, che guardano alla contemporaneità e ai suoi linguaggi come strumento ludico ma anche costruttivo di una società più aperta ed inclusiva. Partendo dalla solida base di lavoro realizzata da Valenti, che ha diretto l'Ente regionale per oltre venti anni, la nuova fase di attività che attende ERT Fondazione – Teatro Nazionale nel quadriennio della direzione Longhi si annuncia complessa ma anche ricca di sfide ed opportunità. Il piano di lavoro che il neodirettore intende affrontare pone al centro della sua indagine alcune questioni cruciali della scena contemporanea, con l'intento di sperimentare delle linee di lavoro che sappiano creare un fertile terreno di confronto con la comunità teatrale nazionale ed europea.
"Il teatro è legato alla città in cui nasce da vincoli strutturali indissolubili – afferma Longhi - e la vita di ERT dovrà quindi svilupparsi sulla base di un continuo confronto con le città sue sedi – ossia Modena, Bologna e Cesena, ma anche Vignola e Castelfranco, in un fitto scambio con le comunità di riferimento che saranno tutte interessate da esperienze di teatro partecipato, seguendo analoghi modelli già sperimentati in passato e che hanno coinvolto con grande successo copiose comunità di cittadini".
Alla base di questo percorso c'è un'idea di teatro pubblico consapevole della propria missione di sostegno all'arte e alla cultura ed attento a coltivare la sua specifica funzione politica, nell'accezione più alta del termine, anche nelle sue manifestazioni in apparenza più disimpegnate: un teatro pubblico non pensato come mero servizio, ma come valore, come bene comune da tutelare.
Di vitale importante, secondo Longhi, è anche investire in misura crescente in formazione, come già avvenuto in passato, per sviluppare una matura coscienza critica negli spettatori, un punto imprescindibile e necessario del futuro lavoro dell'Ente per consolidare e ampliare il rapporto con la città. Il neo presidente assicura che ERT proseguirà il proprio lavoro intrecciando i suoi principali fuochi d'interesse, ossia il dialogo con il territorio, il confronto con la scena nazionale e il rapporto fecondo con la scena europea.