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Antonella Steni sarà Adith Piaf con regia di Carlo Lizzani

Antonella Steni sarà Adith Piaf con regia di Carlo Lizzani
Edith Piaf L’hymne à l’amour Carlo Lizzani dirige lo spettacolo che ripercorre la vita della celebre artista francese interpretata da Antonella Steni, con Palo Malco nel rolo di Jean Cocteau Teatro Regio di Parma sabato 14 febbraio 2004, ore 21.00 Un inno alla sua vita, intensa e struggente. Quando morì, l'11 ottobre 1963, Edit Giovanna già divenuta Edit Piaf,- che, nell'argot parigino, significa «passerotto» - non aveva ancora compiuto quarantotto anni, eppure era già da tempo «Mome Piaf», la «mamma» di tutti i francesi, la più ammirata e amata cantante che la Francia ricordi. Centinaia di migliaia di ammiratori salutarono la sua scomparsa davanti al famoso cimitero di Père-Lanchaise, piangendo la voix-boulevard più straziata e dolente della Francia degli ultimi quarant'anni, che cantò il mondo degli artisti di strada, gli amori infelici, la disperazione e il tormento della vita. Milord, Les Amants d'un Jour, L'Accordéoniste, No, Je Ne Regrette Rien, Les Prisons du Roy, Sous le Ciel de Paris, Mon Dieu, L'hymne à l'amour, J'attendrai e naturalmente La Vie en Rose. Canzoni che evocano la Parigi degli anni '40, il mondo della strada, dei Caffè parigini, delle piazze e di chi le animava, gli innamorati, i musicisti, gli studenti, ma anche i barboni, le “donne di piacere”, i balordi, ricreando quello spirito effervescente e appassionato, malinconico e triste, che animava i café chantant della capitale francese. Da un progetto di Mario Smeriglio, la vita della più grande “chanteuse realiste” rivive in teatro nello spettacolo Edith Piaf, L’hymn à l’amour, in scena al Teatro Regio di Parma sabato 14 febbraio 2004 alle ore 21.00. Prodotto dalla G.S.T. Production, scritto da Giuseppe Manfridi e diretto da Carlo Lizzani, lo spettacolo ripercorre, attraverso musica e testi originali, gli episodi più significativi dell'esistenza della Piaf, come il lungo e fertile sodalizio con Jean Cocteau, che della cantante francese fu sicuramente l'affetto più sincero, sino al giorno, quello stesso 11 ottobre 1963, che li vide spegnersi a due ore l‚una dall‚altro. In scena Antonella Steno, nel ruolo di Edith Piaf e Paolo Malco nel ruolo di Jean Cocteau. Con loro, Monica Guazzini, Julio Solinas, Roberto Vandelli, Elisabetta Tucci, Sabina Micaglio, Annalisa Dianti, Pietro Romano, Davide Menchetti, Giorgia De Angelis, Theo Sarapò, Patrizia Fanelli e otto danzatori. Le musiche originali sono di Dimitri Scarlato, le coreografie di Marco Stopponi, i costumi di Giuseppe Tramontano, la scenografia di Veronica Rosafio “Abbiamo voluto rendere il quotidiano di Edith, fatto di battute, di umorismo a volte corrosivo - scrive Manfridi -. Vogliamo che questo spettacolo come la sua vita sia patetico, cosparso di scoppi di riso e di follia. Edith Piaf, fuori dal tempo, assiste allo scorrere della sua esistenza. Così il nostro spettacolo non si limiterà a presentare un recital delle canzoni della Piaf, con un vago filo conduttore spesso riduttivo o deformato della sua vita, ma farà un‚opera di creazione, dando al personaggio di Cocteau un ruolo rivelatore nella stranezza, che chiarisca gli episodi di questa favolosa esistenza”. “Una grande emozione per me, scrive Carlo Lizzani, far rivivere sulla scena due stelle di prima grandezza del Novecento europeo che ho avuto la fortuna di avvicinare, in anni ormai lontani, ma per me decisivi e indimenticabili. Ho evitato il gioco facile ma anche rischioso del “sosia”, cercando piuttosto l’accostamento tra il personaggio vero e quello di finzione nella cornice più ampia di una tipologia soltanto attendibile. Dando invece tutto lo spazio possibile al temperamento e al carisma dell’interprete. Il grande talento di Antonella Steni, la presenza scenica di Paolo Malco, la professionalità degli attori, delle attrici e di tutti i collaboratori che Mario Smeriglio ha saputo raccogliere intorno a questa impresa, e il prezioso ausilio offertomi da Rosario Galli, mi fanno ben sperare nella riuscita di questo mio nuovo, complesso impegno”. 10/02/04

La Redazione di Teatro.it

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