
La MM Contemporary Dance Company porta in scena al Teatro Verdi di Padova, il prossimo 16 marzo alle 20.45, la rivisitazione di due titoli tratti dal repertorio dei Ballets Russes di Diaghilev: Le Silfidi, nella versione del coreografo spagnolo Gustavo Ramirez Sansano, e Pulcinella, di Michele Merola, direttore artistico e coreografo della compagnia.
Le Silfidi: da spiriti del vento a folate di poesia.
La nuova creazione di Gustavo Ramirez Sansano, coreografo che ha collaborato – tra gli altri – con Nederlands Dans Theater, il Balletto di Amburgo, e Compañía Nacional de Danza, utilizza le partiture di Chopin impiegate nel 1907 dallo stesso Fokine.Balletto di danza pura, astratta, priva di trame, la coreografia originale è un omaggio al balletto romantico; un omaggio che Ramirez Sansano rispetta, recuperando il fascino e le atmosfere dell’originale. Inserisce però una propria breve e fantasiosa narrazione, nella quale ciascuno dei danzatori simboleggia una certa ispirazione poetica: affida quindi a danzatori e danzatrici (rompendo la tradizione che vede solo interpreti femminili nel ruolo delle silfidi) il compito di rovesciare ruoli e identità in palcoscenico, mentre il poeta protagonista è incantato dall’amore, sua fonte di ispirazione continua.
Pulcinella: tra contaminazioni e malinconie.
Anche Merola decide di mantenere le suggestioni del Pulcinella originale, firmato da Massine, da Picasso per le scene, e da Stravinskji (ispirato da Pergolesi) per le musiche. Proprio nella parte musicale troviamo le prime sorprese: si tratta di una contaminazione di alcuni brani del balletto con musiche del compositore Stefano Corrias, dettata dall’esigenza di disporre di momenti più intimi, per poter chiarire chi sia veramente Pulcinella. Cosa resta quindi, in questo balletto, della sua prima versione? Ridotta all’essenziale la vicenda, ed eliminati gli altri personaggi, restano Pimpinella, la giovane amata da Pulcinella, il Mago, che usa la luce come guida per trovare una via di uscita, e le due coppie di amanti.
Il personaggio di Pulcinella, secondo il coreografo, è solitario, malinconico e drammatico: “Pulcinella – afferma lo stesso Merola – è un pensiero anche di solitudine. È un pensiero che non muore mai. Nella coreografia questo personaggio sembra morire più volte, ma poi si rialza: perché la libertà che porta in sé Pulcinella torna sempre a vivere”.
E aggiunge: “La scena conclusiva, in cui Pulcinella indossa di nuovo il suo cappello, che spesso si toglie per essere simile al resto della società, è simbolo della sua scelta: si rende conto che essere come la società lo vorrebbe non lo porta da nessuna parte, e quindi sceglie di essere se stesso, sceglie la verità”.