
Anche le stelle della danza impreziosiranno la programmazione del Festival dei Due Mondi di Spoleto con tre appuntamenti d’eccellenza, tre situazioni coreografiche che spaziano tra visioni cinematografiche, virtuosismi e una sapiente fusione tra tecnica accademica e modern dance.
My French Valentino
Si comincia, il 28 e 29 giugno al Teatro Romano, con l’analisi della regista e coreografa Valérie Lacaze che con My French Valentino ha deciso di indagare il fenomeno del ballerino e attore, nonché famosissimo latin lover, Rodolfo Valentino.

La coreografa porta in scena i giovani ballerini della École-Atelier Rudra Bejart di Losanna, fondata nel 1992 da Maurice Bejart e diretta oggi da Michel Gascard; con loro ripercorre la vita di questo mito italiano attraverso immagini di un’epoca, quella della Belle Epoque, degli anni Venti, ricorda la bellezza del cinema muto e dei Balletti Russi di Diaghilev, crea le atmosfere scintillanti della Parigi pre-bellica e del magico mondo di Hollywood; costruisce le coreografie su un variegatissimo tessuto musicale (Balakirev, Ravel, musiche tradizionali russe, Piazzolla, Shankar, Chaplin, The Bix Beiderbecke Story, Romberg, Rota, Luter ) che ben documenta come quegli anni siano il ritratto di una cultura ben precisa e della corsa verso il sogno americano.
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Le stelle italiane nel mondo
Il secondo appuntamento è con Le stelle italiane nel mondo, domenica 30 giugno in Piazza Duomo, il gala di danza che porta in scena i grandi talenti italiani che si sono distinti finanche oltreoceano. In testa a questo firmamento di stelle è Eleonora Abbagnato, étoile dell’Opéra di Parigi e direttrice del corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma.

Accanto a lei tanti altri artisti che si fanno portavoce di realtà eccellenti della danza di tutto il mondo come ad esempio, Damiano Ottavio Bigi - Tanztheater Wuppertal Pina Bausch (Germania), Davide Dato - Wiener Staatsoper (Austria), Davide Riccardo - New York City Ballet (Stati Uniti), solo per citarne alcuni. Il programma del galà, curato da Daniele Cipriani, spazia dal grande repertorio classico a brani firmati da grandi coreografi dei nostri tempi, fino alle creazioni originali di giovani autori italiani. Un’occasione unica per ammirare i talenti nostrani ma anche per scoprire un nuovo e originale segno coreografico, di matrice italiana, che sta maturando e crescendo nel mondo.
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Ode to the master
Ultimo titolo a chiusura del Festival è Ode to the master, in scena il 5, 6, 7 luglio al Teatro Romano, un trittico del celebre coreografo olandese Hans Van Manen, un ragazzo di ottantasei anni ironico e versatile, capofila e fondatore di una particolare scuola autoriale della coreografia europea.

Con questo tris di coreografie, Adagio Hammerklavier, Kleines Requiem e 5 Tangos, Hans Van Manen riesce a mischiare con sapienza cifre stilistiche apparentemente distanti tra loro, ricerca tutte le infinite possibilità del movimento, dall’estremizzazione del neoclassicismo alla danza moderna, viaggiando tra duetti giocosi e passionali, esplorando tematiche tra loro differenti ma pur sempre universali.
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