
E' uscito il nuovo libro di Emmanuel Gallot-Lavallèe: L'Arte di Meravigliarsi. Con una semplicità disarmante l'autore va al nocciolo del problema: riscoprire la felicità. Da dove cominciare? Per esempio dall’ultima volta che siamo stati davvero felici, liberi, creativi, puri. L’infanzia: il periodo della scoperta, dell’avventura, della nostra identità “attiva” nella ricerca di significati.
L’invito ad abbandonarsi per ritrovarsi successivamente passa attraverso il recupero inevitabile della dimensione infantile, che è poi il linguaggio poetico. La via, che pare spontanea e facilissima, è in realtà una vetta difficile da raggiungere per noi adulti, che negli anni ci siamo costruiti un muro alto intorno e non siamo neppure capaci di vederlo. L’educazione, il lavoro, i rapporti sociali, l’economia, “la maschera” che ci siamo messi è ormai attaccata alla nostra faccia e per staccarla dobbiamo operare una scelta consapevole, forte, irreversibile. Si tratta di “perdere la faccia” per trovare la vita. Negare ciò che si è sempre ritenuto un “valore” e portare la propria attenzione su quello che fino ad oggi è stato per noi insignificante. E’ una rigenerazione di sé, una seconda nascita, una nuova vita più felice, più consapevole, più bella. E allora che si capisce perché una foglia vale più di una carta di credito, perché la pioggia è più emozionante di una smart-TV, e si scopre davvero da dove nascono le parole, le emozioni, la gioia.
Gallot-Lavallèe, un grande maestro in ambito teatrale e pedagogico, opera una scrittura curiosa, poetica e feconda, in un piccolo libro prezioso che profuma di rugiada teatrale. Ma il merito più grande dello scrittore è quello di mettere il dito nel centro del problema della nostra società: la formazione.
In quanto a pedagogia, educazione, scuola, famiglia, crescita individuale e sociale siamo completamente fuori strada. Il nostro paese è alla deriva, non più capace di veri maestri, non più dotato di veri genitori, drogato nei rapporti umani. La scuola è un cimitero di muffa pieno di incapaci e di annoiati e le poche eccellenze parlano ai sordi. La famiglia è un appartamento casuale condiviso da estranei concentrati a consumare prodotti inutili. L’amicizia è una foto su facebook. Genitori frustrati crescono bambini iperprotetti e soli, inutili, tristi e capricciosi consumatori.
E allora davvero chiediamoci cosa vuol dire insegnare, imparare, comunicare, vivere. Chiediamoci se vale la pena di continuare su questo modello sociale ed educativo, dove gli scheletri comandano i morti e dove gli zombie insegnano la tristezza ai bambini.
Emmanuel Gallot-Lavallèe
L’Arte di Meravigliarsi
CARTMAN Edizioni Torino 2018
Pagg. 141 - Euro 14,00