
Un volto molto conosciuto e uno stile riconoscibile, fatto di misura, sobrietà e simpatia. E’ per questo che Paolo Belli, colonna di Ballando con le stelle, è da sempre apprezzatissimo dal pubblico. E’ il 1989, a Sanremo, quando Belli debutta con i Ladri di Biciclette con una canzone dal refrain indimenticabile.
Da lì parte una carriera che lo porta in TV, prima con Giorgio Panariello nelle tre edizioni di Torno Sabato, poi per quasi vent’anni al fianco di Milly Carlucci in Ballando con le Stelle, passando per le moltissime edizioni di Telethon, dove è stato anche co-conduttore.

GLI SPETTACOLI
IN SCENA IN ITALIA

E poi il teatro, con due sit-com musicali scritte e dirette da Alberto Di Risio, molto apprezzate da critica e pubblico. Al centro, sempre la musica, con oltre mille concerti e collaborazioni molto prestigiose con artisti come la P.F.M.; Vasco Rossi, Sam Moore. Ora, in tournée in tutta Italia con lo spettacolo musicale ‘Pur di far Commedia’, (qui le date). Paolo Belli sarà accompagnato da sette musicisti, con molto spazio al parlato, ai racconti e all’interazione con il pubblico.
“Pur di far commedia”. Un titolo con un significato. Cosa volevi trasmettere?
Che la vita di un musicista, come nella vita di chiunque, ha mille sfaccettature che portano spesso a un bivio: se prendi tutto seriamente è facile diventi una vita complicata, se la prendi con il sorriso sulle labbra diventa una splendida commedia.
Cosa si fa oggi, nell'era dei social ovunque e comunque, e soprattutto rispetto a ieri, pur di far commedia?
Per quanto mi riguarda, studio, provo e riprovo per far sì che il pubblico, quando verrà a vedere lo spettacolo sia felice di tornare a casa con un pieno di energia positiva, e magari, usando i loro social possano condividere la loro emozione.

Cosa c'è ancora (e sempre) del Paolo Belli de “I Ladri di Biciclette”? E cosa invece è andato perduto in trent'anni?
Proprio questo: la consapevolezza di dover tutto al pubblico, quindi la voglia di prepararmi sempre molto, per contraccambiare l’affetto che mi dona. Forse ora sono molto più attento nel riempire silenzi e, soprattutto in teatro, a volte lasciarli vuoti, per far si che ognuno li riempia a modo loro… Ma ancora oggi, nei minuti prima di andare in scena, c’è quel po’ di paura di affrontare il palcoscenico. Di perduto non so, forse l’istinto incosciente dell’improvvisazione.
Un aneddoto che non hai portato sul palco, ma meritevole tanto quanto?
Ne ho parecchi, ma uno su tutti, quella volta che mi chiamò un amico per avvisarmi che nella sua città c’erano manifesti i quali annunciavano che il 31 dicembre ci sarebbe stato un mio spettacolo, quando invece avevo già firmato un contratto per un’altra città. Quando il mio avvocato chiamò per chiedere come mai si fossero permessi di fare questa truffa, risposero: “Ma scusi, per avere i Ladri di Biciclette sul palco che ci vuole? Basta mettere tre trombette e un cantante chiatto chiatto e il gioco è fatto”. Ci fecero talmente ridere che lasciammo perdere anche la denuncia.

Com’è strutturato lo spettacolo?
Pur Di Far Commedia è 50% musica e 50% prosa, e questo perché ho sempre desiderato fare spettacolo a 360 gradi. Tempo fa, il regista dello spettacolo Alberto Di Risio (già autore di Celentano, Panariello e Fiorello) mi disse che ho ottime doti da entertainer e che potevo affrontare il palco anche in questa modalità.
Quindi ne ho approfittato per provarci e visto che abbiamo fatto già 48 repliche e siamo pronti per affrontarne altre 25, vuol dire che il pubblico apprezza questo mio modo di fare spettacolo. E significa che Alberto aveva ragione!

La domanda vien da sé: va bene metà musica, metà prosa, ma prendiamo un format come Ballando con le stelle: non è che si parla troppo rispetto al ballo?
Ballando più o meno è sempre stato così. Sono 17 anni che il pubblico lo segue, proprio perché ama vedere personaggi che, cimentandosi in una disciplina sportiva come il ballo, raccontano anche gran parte della loro vita.
Che Paolo Belli alternativo vedresti, oggi, se non avessi fatto spettacolo?
Domanda difficilissima a cui rispondere… perché ho sempre cercato e cerco ancora di essere ciò che sono.

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