Teatro

Fabio Galadini: “La più grande soddisfazione è stata vedere di nuovo un teatro con il pubblico”

Abbiamo incontrato e intervistato il direttore del Roma Fringe Ferstival 2021: "Nonostante questa edizione sia andata in streaming, restiamo dell’idea che rappresenti solo un palliativo"

Fabio Galadini
Fabio Galadini

Il Roma Fringe Festival 2021 è andato in scena dal 18 al 24 aprile al Piccolo Eliseo di Roma, con finale al Teatro Vascello. Gli spettacoli sono stati trasmessi in streaming gratuito sul nostro portale Teatro.it.

La IX edizione del Roma Fringe Festival ha acceso i riflettori sul Teatro Indipendente. Attraverso ricerca, tradizione e linguaggi inediti, ventuno compagnie con altrettante drammaturgie, provenienti da tutta Italia, hanno raccontato storie di donne, maternità e nuovi futuri. Tango 109, Spaidermen, Rut, Racconti di Shakespeare, Noi, Pupazzi sono alcuni degli spettacoli andati in scena. 
Il 26 aprile il pubblico rispettoso delle regole anti-covid e al tempo stesso emozionato, ha assistito al Teatro Vascello a una finale interamente femminile. Grande opportunità per il vincitore del Fringe Festival: una tournée teatrale di 12 date nei teatri che compongono la rete di Zona Indipendente. Abbiamo intervistato il direttore artistico Fabio Galadini per chiedere com'è andata questa edizione.
 

Si è appena conclusa la IX edizione del Roma Fringe Festival. Come è stata questa esperienza in streaming?
Il Roma Fringe Festival è, nella migliore tradizione del Fringe di Edimburgo, tra i più importanti e significativi appuntamenti di Spettacolo dal vivo. Naturalmente non possiamo che ringraziare Teatro.it, piattaforma storica di settore, che ha ospitato in streaming gratuito, l’intera programmazione del Roma Fringe Festival di questa difficile ma entusiasmante edizione. Restiamo dell’idea che lo Streaming non sia la soluzione e che al contrario esso rappresenti un palliativo, pericoloso per l’equivoco che può innescare mettendo  a rischio il futuro stesso del Teatro. Proprio per marcare la differenza, cioè distinguere, separare ciò che è teatro propriamente detto e ciò che dovrebbe manifestarsi in altri reali come quelli definiti dai nuovi media e dalle nuove tecnologie, da quest’anno abbiamo istituito il Fringe Tube. Questo premio è destinato ai progetti di “nuova drammaturgia”.

Il Teatro Vascello aveva già ospitato il Fringe, come mai la scelta dell’Eliseo: forse una scelta obbligata dalla sola disponibilità ad ospitarvi?
Le due edizioni precedenti del Roma Fringe Festival si sono svolte alla Pelanda Ex Mattatoio, mentre al Vascello si svolge da tre anni la finale con una giuria formata da personalità di alto profilo presieduta da Manuela Kustermann che è anche la Direttrice artistica del Teatro, e colgo l’occasione per ringraziarla per il suo sostegno. Dopo la Pelanda, il Palaexpo non ci ha concesso lo spazio per questa edizione a causa della chiusura delle attività determinate dall’emergenza Covid, siamo quindi andati in cerca di una location autorevole a Roma. L’unico che ha accolto il nostro appello è stato Luca Barbareschi che ci ha concesso gratuitamente per l’intera durata del Festival l’esclusivo utilizzo del Teatro Piccolo Eliseo. Sono grato a Barbareschi perché grazie all’Eliseo, il Roma Fringe Festival ha avuto una maggiore visibilità.

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La finale si è svolta in presenza, come è stato il ritorno del pubblico a teatro?
La data del 26 aprile dedicata alla finale di questa edizione del Roma Fringe Festival, era già stata programmata e per puro caso è coincisa con la riapertura dei Teatri. E’ stata una grande soddisfazione per noi che non abbiamo mai smesso di fare il nostro lavoro nonostante le condizioni generali e soprattutto senza un solo centesimo di contributo pubblico. Ma la più grande soddisfazione è stata vedere di nuovo un teatro con il pubblico in presenza che si emoziona e che applaude il lavoro degli artisti. Il pubblico, contingentato, ha accolto le proposte con molto entusiasmo e scrupoloso interesse ed è questa la migliore dimostrazione che lo Streaming non è la soluzione.

Quindi una forte risposta da parte degli spettatori. Se lo aspettava?
I risultati che abbiamo ottenuto con questa edizione del Festival sono significativamente sopra le nostre previsioni, forse questo è dovuto al fatto che siamo riusciti a comunicare il nostro progetto adeguatamente. 

Chi può partecipare al Roma Fringe Festival?
Il Roma Fringe Festival è aperto a tutti professionisti e non professionisti, si autodetermina dentro il perimetro delle norme ma si colloca fuori dal sistema di riferimento relativo allo spettacolo dal vivo. Questa forza deriva dal fatto che il Fringe di Roma è una grande comunità internazionale che pone al centro due principi cardine come l’inclusione e la solidarietà. Io credo che il pubblico e le compagnie che hanno scelto di partecipare lo abbiamo compreso appieno, e per questo ci hanno premiato.

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La Pandemia ha mostrato i grandi problemi che aveva il teatro anche prima, lei cosa ne pensa?
Questa Pandemia è stata come un vaso di pandora, ha scoperchiato e messo in luce le criticità che da anni assillano lo spettacolo dal vivo. Il teatro non è in crisi a causa della pandemia, ma lo è perché da anni le politiche che regolano questo settore sono state inefficaci. Dal mio punto di vista lo Stato deve riformare l’intera normativa che regola questo settore per risollevare lo spettacolo dal vivo che ha fatto emergere, a causa di questa emergenza, una popolazione di oltre 400.000 lavoratori. 

Quindi, cosa non funziona secondo lei?
L’urgenza è la riforma radicale del FUS che evidentemente non funziona, ovvero funziona solo come moltiplicatore fiscale in grado di garantire la sola permanenza di un apparato di gestione dove il teatro e più in generale la musica e la danza risultano essere solo un dettaglio marginale. Lo Stato deve garantire l’accesso a tutti, a strutture e luoghi deputati alla produzione e programmazione dello spettacolo dal vivo oltre ad un adeguato stato di garanzia per i lavoratori.

E' dovuto andare in streaming per necessità, ha avuto modo di sapere cosa ne pensa il pubblico in merito allo streaming?
La IX edizione del Roma Fringe Festival era stata programmata a gennaio. Eravamo fiduciosi quando fu annunciata la riapertura dei teatri il 27 marzo in occasione della giornata mondiale del Teatro. Anche in quella occasione alla nostra sfiducia si è sommata l’amarezza. Ma c’era ancora uno spiraglio, ovvero il 6 aprile cioè alla fine della zona rossa decretata dal Governo per festività pasquali. Come sappiamo il Lazio è diventata zona arancione e quindi ogni speranza di andare in scena in presenza di pubblico è naufragata. Ma la comunità Fringe non si è arresa, ha rivendicato  il diritto di andare in scena in ogni forma, legittima e dentro le regole, ma lo ha fatto soprattutto per non deludere le aspettative di chi aveva scelto il Roma Fringe Festival per esprimere la propria creatività. Abbiamo deciso di andare regolarmente in scena al Piccolo Eliseo in assenza di pubblico, registrando e montando tutti  gli spettacoli programmati in ottemperanza al rigido protocollo delle misure di contenimento  previste per fronteggiare l’emergenza da Covid-19. Il pubblico ha percepito che dietro questa edizione c’è stato un grande, lungo e faticoso lavoro e ci ha premiati.
 

Micheli Michela

  Redattore

Michela Micheli nasce a Trastevere sotto il segno dei Gemelli...proprio come Alberto Sordi. Sognatrice d'altri tempi, curiosa, coraggiosa, intraprende...

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